Le origini contadine e ancestrali del nostro Abruzzo rivivono ancora oggi nelle case della maggior parte degli abruzzesi.
Per noi abruzzesi la cura e la lavorazione dei prodotti della terra, ingredienti fondamentali delle nostre ricette, racchiude un vero e proprio rito che ogni famiglia si tiene stretto e custodisce in ogni sua forma.
Ritrovarsi nel cortile di casa, stringersi intorno alla “fornacella“, riunirsi vicino alla “callara” sono momenti che ogni abruzzese ha vissuto nella sua infanzia. Quegli attimi, quegli odori rimangono per sempre nella nostra mente, potremmo scrivere pagine intere di ricordi legati a odori e sapori , potremmo quasi paragonarci, per fare citazioni erudite, a Proust.
Sul finire dell’estate, ci si riunisce insieme per preparare le provviste per l’inverno e ognuno di noi si ritaglia uno spazio di tempo dal tran tran quotidiano per rivivere quei ricordi che ci legano alla nostra infanzia e alla nostra terra.
Pipindune e pummadore
Non esiste estate per gli abruzzesi se nell’aria non si sente l’odore dei peperoni e dei pomodori arrosto!!!
Le massaie, e non solo, si riuniscono per produrre quantità infinite di queste prelibatezze da condividere con tutta la famiglia, e magari anche con il figlio che vive lontano!
La preparazione de “li pipindun e de le pummadore arrost” (peperoni e pomodori arrostiti) è semplice e genuina. E’ importante scegliere una materia prima eccellente e la maggior parte del lavoro è fatto. I peperoni preferibilmente lunghi e sodi di una qualità nostrana chiamata “corno di bue“, vengono stesi sulla graticola e cotti alla brace. Il calore rilascerà l’umido all’interno del peperone e li farà cuocere. Il peperone non dovrà essere troppo cotto e una volta annerito viene messo a scolare.
Poi si passa alla seconda fase nella quale una o due persone si occupano di spellare e togliere i semi ai peperoni e altre si occupano di tagliarli in strisce sottili.
Per i pomodori, il procedimento è praticamente lo stesso, l’ importante è scegliere il prodotto e cuocere nella maniera giusta.
Peperoni e pomodori vengono poi messi nei barattoli per le conserve senza l’aggiunta di altri ingredienti.
Come si mangiano
Il loro utilizzo è vario, principalmente dopo essere stati conditi con olio, sale e aglio possono essere gustati sul pane arrostito, ma, ad esempio, i peperoni sono buonissimi anche da mangiare con il baccalà.
C’è un’altra qualità di peperoni, chiamati paesanelli, che non vengono arrostiti, ma stesi ad essiccare al sole. Vi è mai capitato di passare sul finire dell’estate davanti ad una casa abruzzese in campagna? Se si, avrete sicuramente visto filari di peperoni appesi a fili tesi sotto pergolati.
Questi peperoni messi ad essiccare diventano, quello che noi abruzzesi chiamiamo li Fiffellune, il non plus ultra del condimento, la ciliegina sulla torta che utilizziamo per rendere eccezionali molti dei nostri piatti.
“Li pipindun e de le pummadore arrost” al Hotel Dragonara
Nel nostro ristorante produciamo personalmente li pipundin e li pummadore arrostiti in grande quantità. Nel rispetto della cucina tradizionale abruzzese tutto viene prodotto seguendo le ricette e le usanze più antiche. Si lavora, si chiacchiera e si sorride in compagnia proprio come in famiglia.
Peperoni e pomodori arrosto sono a disposizione spesso nel nostro buffet di verdure e li proponiamo anche con le bruschette. I peperoni, inoltre, accompagnano quasi sempre il baccalà nei menu delle nostre cene a tema, sia in estate che in inverno.
Se venite a dormire o se vi trovate di passaggio nel nostro hotel a San Giovanni Teatino, tra la provincia di Pescara e Chieti fermatevi nel nostro ristorante a mangiare e assaggiare queste prelibatezze e altri piatti tipici della cucina abruzzese come ad esempio le Pallotte cacio e ovo. Unico consiglio: affrettatevi prima che le scorte delle nostre conserve finiscano!
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