29 Mar, 2019

“Si dice Abbruzzo?” e altre 4 cose da non dire a un abruzzese

“Si dice Abbruzzo?” e altre 4 cose da non dire a un abruzzese

Ci sono cose che un turista che parte per l’Abruzzo non può non sapere.

Oltre a cercare un hotel a Pescara con piscina o noleggiare un’auto, perché l’organizzazione del viaggio è sempre il primo pensiero, al terzo posto, dopo aver trovato dove dormire a Chieti e quale ristorante serve gli arrosticini più buoni, ogni viaggiatore dovrebbe informarsi su cosa non deve chiedere o dire in presenza di un abruzzese! No, non siamo permalosi, ma gente davvero ospitale e soprattutto molto fiera delle proprie origini e tradizioni. Ecco allora un elenco di domande o affermazioni che potrebbero sconcertare o quantomeno svelare la vostra natura di turisti a un abruzzese DOC:

1.“Si dice Abruzzo, Abbruzzo o Abruzzi?”

Il dubbio che può sorgervi, in realtà, è in parte legittimo: se nel famoso hotel a Pescara con piscina alla reception vi salutano con “benvenuti in Abruzzo”, probabilmente vi sembrerà di sentir pronunciare “Abbruzzo” con due “b”. Non avete sentito male: Abruzzo si scrive correttamente con una sola “b” in lingua Italiana, ma il dialetto di queste parti tende a rafforzare le lettere, le duplica o addirittura triplica. Da qui nasce una delle domande più cliccate su Google di tutti i tempi! Invece il termine Abruzzi, in realtà non è scorretto, ma si tratta di una forma arcaica e ormai in disuso derivata da una modificazione storica dei confini regionali. Un tempo esistevano infatti un “Abruzzo Ulteriore”, che corrispondeva a grandi linee alle provincie dell’Aquila e di Teramo e uno “Citeriore” comprendente i territori sotto Chieti e Pescara.

2. “Vorrei due arrosticini di pollo.”

Se alla piscina avete preferito un hotel a Pescara con tipicità abruzzesi nel menù, è meglio non fare al cameriere questa richiesta. Prima regola: in Abruzzo gli arrosticini si chiedono almeno a multipli di dieci. Secondo, i veri arrosticini sono quelli di carne ovina, preferibilmente di pecora, un animale che da queste parti è sacro quasi quanto la mucca in India, con un’unica differenza: qui, la pecora si mangia e soprattutto, della pecora, non si butta via niente come dimostra la cucina tipica regionale!

3.“Quindi, in Abruzzo, avete anche il mare?”

Certamente questa regione è famosa soprattutto per il Parco Nazionale del Gran Sasso, per la Majella, i sentieri e le piste da sci, ma gli abruzzesi sono particolarmente fieri di avere tutto a casa loro: il mare, la collina e la montagna. Quindi, mentre organizzate la vacanza, invece del solito “offerte weekend Majella”, provate a cercare anche “offerte weekend costa dei trabocchi” e scoprirete che sì, anche in Abruzzo c’è il mare. Un mare bellissimo e, tra l’altro, davvero suggestivo, che nei trabocchi racconta la storia che lega da sempre gli abruzzesi all’Adriatico.

4.”Buoni questi waffle!”

In questo caso, il famoso cameriere dell’hotel a Pescara con tipicità abruzzesi probabilmente sarà tentato di lanciarvi il vassoio! L’apparenza può ingannare, ma le ferratelle o neole o pizzelle, come le chiamano qui, non hanno niente a che vedere con i waffle, se non quella forma ad alveare che deriva dalla cottura sulla piastra, che in Abruzzo si chiama, per la precisione, “lu ferr”.

5.“Grazie, ma non mi va niente.”

Vi avevamo accennato all’inizio dell’attenzione che gli abruzzesi riservano all’ospite. Da Alba Adriatica in giù, se siete invitati a casa di qualcuno, passate di lì per caso o vi fermate anche solo a chiedere un’informazione correte il rischio di dovervi accomodare e prendere almeno un caffè, un confetto di Sulmona, un gingerino, un frufru serviti rigorosamente sul cabaret d’argento decorato col centrino all’uncinetto di nonna Maria. Inutile tentare di rifiutare l’invito!

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